Nella notte fra sabato 12 e domenica 13 dicembre, i Columbus Crew hanno sconfitto 3-0 i Seattle Sounders, laureandosi campioni della MLS Cup per la seconda volta nella loro storia. Questo successo è stato il coronamento della rinascita dei gialloneri, che alla fine si è rivelata più rapida del previsto.
La rinascita dei Columbus Crew: dal trasferimento in Texas alla MLS Cup
Rinascita, dicevamo. Sì, perché due anni fa i Crew erano stati vicinissimi a una morte sportiva.
#SaveTheCrew
Dopo alcune stagioni abbastanza positive, ma senza trofei, sotto la guida di Greg Berhalter, il presidente Anthony Precourt aveva deciso di trasferire la franchigia a Austin, dove l’imprenditore pensava di poter aumentare gli incassi. Nonostante avesse una squadra storica (fra le fondatrici della MLS) dunque, la città di Columbus è stata vicinissima a essere cancellata dalla mappa del soccer. Per salvare la squadra è stato fondamentale l’impegno dei tifosi, che hanno da subito lanciato lo slogan #SaveTheCrew sui social, e si sono impegnati in ripetute manifestazioni di protesta, sia dentro sia fuori il Mapfre Stadium. L’amore dei tifosi per i Crew deve aver colpito Jimmy Haslam, proprietario dei Cleveland Browns di football, il quale, insieme ad alcuni imprenditori locali, ha rilevato il club a fine 2018, salvandolo dal trasferimento, che ormai sembrava inevitabile.
La rinascita dei Columbus Crew
Il lavoro della nuova proprietà è stato complicato fin da subito, con la squadra che si è trovata improvvisamente senza presidente e allenatore, vista la partenza di Berhalter verso la panchina del USMNT. Per ricoprire queste due cariche, Haslam ha scelto rispettivamente Timothy Bezbatchenko e Caleb Porter. Due uomini di comprovata esperienza: il primo aveva vinto diversi trofei da presidente di Toronto FC dal 2013 al 2020, il secondo aveva guidato i Portland Timbers alla vittoria della MLS Cup 2015.
La prima stagione sotto la direzione della nuova società è stata necessariamente di transizione. Columbus ha mancato i playoff, ma ha iniziato a porre le basi per l’exploit di quest’anno. La chiave per il successo, naturalmente, è stata il miglioramento della rosa tramite il calciomercato.
I grandi acquisti dei Columbus Crew
“Eravamo contenti del roster a nostra disposizione, ma ci mancavano due o tre tasselli per esserci” ha detto recentemente Bezbatchenko in conferenza stampa: “si trattava di trovare giocatori che facessero la differenza”.
Estate 2019: Room, Mokhtar e Room
Il processo di costruzione del dream team che ha vinto la MLS Cup 2020, così, è iniziato nella finestra di mercato estiva del 2019, quando in Ohio sono arrivati il portiere Room e gli esterni offensivi Diaz e Mokhtar. Il primo ha garantito esperienza e sicurezza alla retroguardia dei Crew, che ha fornito la stabilità necessaria per mettere in pratica il calcio offensivo voluto da Porter. I secondi due, invece, si sono rivelati ottime alternative ai titolari Etienne e Pedro Santos.
Inverno 2020: Worgmoor, Nagbe e Zelarayan
Nell’inverno 2020, poi, la dirigenza ha completato l’opera investendo pesantemente sul difensore Wormgoor, su un centrocampista esperto e dinamico come Nagbe e, soprattutto su Zelarayan, che ha deciso la finale con una doppietta. Con questi ultimi due acquisti, si può dire che i Columbus Crew hanno trovato quegli elementi che facessero la differenza.
Due anni dopo aver rischiato il trasferimento, dunque, i Columbus Crew sono rinati, e sono tornati a vincere la MLS Cup dopo 12 anni. Il merito è stato di tutti: tifosi, nuovo proprietario, presidente allenatore e giocatori, che si sono impegnati per ridare lustro a Columbus, una città di grande tradizione calcistica, che merita di stare fra le grandi del soccer.
Tutti contenti, dunque, anche Precourt, che ha coronato il suo sogno di creare una franchigia di MLS con sede a Austin. La nuova squadra esordirà il prossimo anno, e proprio questa notte è stata impegnata nell’Expansion Draft.