La Week 2 di MLS, che si è conclusa ieri mattina, è stata una giornata di soccer caratterizzata da diversi record: Bruce Arena ha raggiunto le 241 vittorie, diventando l’allenatore più vincente della storia del torneo, mentre a Charlotte, i quasi 75000 spettatori della gara contro gli LA Galaxy sono stati il pubblico più numeroso ad aver mai assistito dal vivo a una partita di MLS. Si tratta di numeri impressionanti, che hanno fatto passare in secondo piano un altro eccezionale traguardo raggiunto nel weekend di campionato nordamericano appena concluso, quello di Diego Fagundez, che a 27 anni è diventato il calciatore più giovane ad aver raggiunto 300 presenze in MLS (prima di lui, il giocatore ad aver raggiunto questa quota all’età più bassa, lo aveva fatto a 29 anni).
Fagundez da record: è il più giovane a raggiungere 300 presenze in MLS. Storia di un talento in credibile e di come ora fa sognare Austin FC
Gli esordi nei New England Revolution
Sembra incredibile, ma è proprio così: 300 presenze (solamente in MLS) a soli 27 anni. Fagundez, nato in Uruguay nel 1995 ma residente negli Stati Uniti dall’età di 5 anni, ha firmato il primo contratto da calciatore professionista nel 2010, con i New England Revolution, diventando il più giovane Homegrown player della storia della franchigia, e ha fatto il suo debutto in MLS l’anno successivo, a soli 16 anni, trovando già 2 reti e 1 assist nelle sole 6 partite giocate in quella stagione. In quella successiva ha aumentato il numero di presenze (20, quasi tutte da subentrato), ma il suo bottino è rimasto praticamente invariato: soltanto un assist in più.
Il periodo stellare
La stagione dell’esplosione di Diego Fagundez è stata quella 2013, in cui l’uruguaiano è diventato un titolare dei Revs, arrivando a segnare 13 gol e a servire 7 assist. Da lì in poi, Fagundez, con la sua classe e la sua incisività, è diventato uno dei giocatori cardine di New England e uno dei fantasisti più belli da veder giocare dell’intera lega, almeno fino a inizio 2019. Dal 2014 al 2018, infatti, ha segnato un numero di gol a stagione compreso tra 5 e 10, e una quantità di assist tra 4 e 7, con una tendenza a migliorare leggermente le proprie statistiche di anno in anno.
Il periodo di crisi
Fino al 2019, dicevamo. Da quell’anno, con l’arrivo di Gil ai Revs, Fagundez ha iniziato a perdere posizioni nelle gerarchie di Bruce Arena (25 partite, di cui soltanto 13 da titolare, con 2 gol e 3 assist in quella stagione), fino a essere relegato addirittura ai margini del progetto nella seconda metà del 2020.
La resurrezione a Austin
Il talento uruguaiano ha così fatto le valigie, e si è trasferito ad Austin, dove ad aspettarlo c’era un expansion team che sembrava avere bisogno di lui solamente come riserva della stella Cecilio Dominguez. Non appena impiegato, però, Fagundez ha subito fatto capire all’allenatore Wolff che la squadra non poteva prescindere dal suo talento, dalla sua genialità, dal suo destro raffinato e dalla sua efficacia in zona d’attacco. Wolff, così, le ha provate tutte per inserirlo nel suo undici titolare: lo ha schierato da ala sinistra, da trequartista centrale e pure a destra, scoprendo che era indifferente il ruolo da assegnarli, perché risultava fondamentale ovunque lo mettesse. Così, anche dopo l’arrivo di un altro trequartista forte come Driussi, Fagundez è rimasto un titolare fisso di Austin (33 partite, 7 gol e 5 assist nel 2021), adattandosi a giocare su entrambe le fasce, come dimostrano i due assist realizzati nell’ultimo turno di campionato contro Inter Miami: il primo con un cross pennellato da destra per Driussi, il secondo appoggiando un pallone per la staffilata di Finlay dopo una cavalcata di velocità, potenza e tecnica a tagliare il campo da sinistra a destra (in più, ha messo lo zampino sul primo gol di Driussi – il terzo di Austin – mettendo in mezzo il pallone intercettato dal difensore di Miami e poi ribadito in rete dal numero 7 argentino).
Fagundez fa sognare Austin in MLS
Così, Fagundez, che era stato autore di un assist e, in generale, di una prestazione fantastica anche nella prima giornata, contro FC Cincinnati, sta guidando Austin in questo meraviglioso inizio di stagione, che vede i texani primi a punteggio pieno in Western Conference, con 10 gol fatti e solamente uno subito. È vero che siamo solo all’inizio, che per ora hanno affrontato quelle che probabilmente sono le due squadre più scarse del campionato, e che – come abbiamo scritto nella nostra Guida alla MLS 2022 – il roster neroverdi non sembra sufficientemente attrezzato per ambire ai playoff. I numeri, però, per il momento, sono ugualmente strabilianti: Austin domina e vince giocando al ritmo di Fagundez, la squadra si diverte e fa impazzire i tifosi, che ora sognano in grande.
L’entusiasmo, nella capitale del Texas, è alle stelle: Fagundez e gli altri talenti (Driussi e Dominguez in particolare) trascinano i tifosi, e la loro carica, a sua volta, trascina la squadra. Questo clima sembra esaltare le qualità di Austin FC, che fa della vivacità dei suoi trequartisti, oltre che della solidità difensiva, il suo punto di forza.
Insomma, le premesse perché Austin possa continuare a far bene nella MLS 2022 ci sono tutte. La prossima prova, per i ragazzi di coach Wolff, sarà l’ardua trasferta del Providence Park contro i Portland Timbers, finalisti dell’ultima MLS Cup. Fagundez e compagni sono determinati a far bene e, se riusciranno a superare quest’ostacolo, dovremmo iniziare a ricrederci e cominciare a considerare Austin come una candidata credibile ai playoff, e forse anche a qualcosa di più. È ancora decisamente troppo presto per dirlo più forte, ma dopo le prime due giornate esaltanti qualcuno inizia a sperarci. Del resto, quando in squadre si ha un fantasista come Diego Fagundez, sognare diventa più facile.
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