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Cruijff stregò NASL e USA prima della MLS

di Nicolò

“In un certo senso, forse sono immortale”.

Così diceva Johan Cruijff di se stesso. E aveva pienamente ragione, perché ciò che ha fatto nella vita – tanto in campo quanto fuori – la sua eleganza, la sua fantasia e il suo essere anticonformista, lo hanno reso eterno nella memoria di quasi tutti gli appassionati di calcio e non. Soprannominato  “Pelé bianco” o “Profeta del gol“, Cruijff è stato indiscutibilmente il miglior calciatore europeo della storia, insidiato oggi solamente da Cristiano Ronaldo. A conferma di ciò, nel corso della sua carriera, è stato premiato per ben tre volte con il Pallone d’Oro.

Sapevate che Johan Cruijff ha giocato negli Stati Uniti prima della MLS?

Crujiff | MLS Magazine italiaProprio oggi, la leggenda olandese avrebbe compiuto 73 anni. Già, avrebbe, perché purtroppo, un tumore polmonare se l’è portato via il 24 marzo 2016. Cruijff si trovava a Barcellona, la città che aveva scelto come seconda casa – dopo Amsterdam, dove ha scritto la storia dell’Ajax – e dove, sia da allenatore sia da giocatore, ha forse espresso il suo calcio migliore. Quello che in pochi sanno, però, è che Johan Cruijff di casa ne aveva anche una terza: gli Stati Uniti d’America. Dalla fine del 1978 all’inizio del 1981, infatti, il fenomeno olandese ha giocato nella NASL (North American Soccer League), all’epoca il massimo campionato di calcio nordamericano (la prima stagione di MLS si tenne nel 1996).

Un momento come questo, in cui il calcio è fermo – e, per quanto riguarda la MLS, non ripartirà prima dell’8 giugno – è ideale per volgere lo sguardo al soccer del passato. Vogliamo dunque raccontarvi l’avventura americana di Hendrik Johannes Cruijff, uno dei cinque migliori calciatori di tutti i tempi.

L’avventura americana del Profeta del gol

Al termine della stagione 1977-1978, Cruijff, dopo aver vinto sei campionati olandesi, una Liga spagnola, tre Coppe dei Campioni e una Coppa Intercontinentale, decide di lasciare il Barça e dire addio al calcio giocato,  a soli 31 anni. Pochi mesi dopo, però, il suo manager nonché suocero Cor Coster, lo convince al ripensamento. A costringerlo al ritorno in campo – si dice – anche delle difficoltà economiche, causate da alcuni investimenti sfortunati, tra cui anche un allevamento di maiali. L’olandese volante – altro soprannome con cui è noto Cruijff – sceglie allora di trasferirsi negli Stati Uniti, nella NASL, per iniziare da capo la sua personale scalata al calcio mondiale.

Gli esordi di Cruijff negli USA: New York Cosmos, 1978

La presentazione di Cruijff ai NY Cosmos, 1978. Il 30, e non l’iconico 14, il numero scelto.

In un primo momento, Cruijff  trova l’accordo con i New York Cosmos, che lo vogliono per sostituire O’Rey Pelé, che aveva appena appeso gli scarpini al chiodo.

L’olandese arriva nella Grande Mela alla fine del 1978, pronto per esordire all’inizio della stagione successiva. Coi Cosmos, però, gioca solamente due amichevoli. Delle divergenze con la società, infatti, lo spingono a chiedere immediatamente la cessione. Il “Profeta del gol” si accasa così a Los Angeles, sulla più tranquilla West Coast, dove giocherà una stagione con gli Aztecs, che lo acquistano per rimpiazzare il mitico George Best, il grande rivale di Cruijff, passato ai Fort Lauderdale Strikers Football Club, sempre nella NASL.

La miglior stagione di Cruijff negli USA: L.A. Aztecs, 1979

Un destro di Cruijff con la maglia degli Aztecs

 

Nella Città degli Angeli, Cruijff ritrova il suo mentore Rinus Michels, che lo aveva già allenato all’Ajax, al Barcellona e nella nazionale Orange. Con i losangelini il Pelé bianco disputa una sola stagione, quella 1979 in cui, con i suoi 13 gol e 26 assist in 23 partite, porta la sua squadra, partita con scarse ambizioni, ai playoff. La sua partita migliore la gioca contro i Seattle Sounders: una vittoria per 7-1 in cui Cruijff segna due gol e fornisce altrettanti assist.  Nella post-season, il tre volte Pallone d’Oro trascina la sua squadra fino alle semifinali di Conference: superati i Washington Diplomats ai quarti grazie a due grandi prestazioni della stella olandese, che segna un gran gol, quello decisivo, nella sifda di ritorno nella capitale. Nella stessa partita Cruijff viene premiato come miglior giocatore difensivo, a conferma della sua completezza. Nel turno successivo, gli Aztecs vengono eliminati dai futuri campioni dei Vancouver Whitecaps, ma Cruijff viene lo stesso eletto MVP del campionato. A 32 anni l’olandese è ancora il miglior giocatore al mondo, e il suo talento è decisamente fuori scala per la NASL, tanto che sembra giocare svogliato.

A fine anno, Johan Cruijff, decide un po’ a sorpresa di lasciare L.A. per trasferirsi proprio ai Washington Diplomats.

L’ultimo anno di Cruijff negli USA: Washington Diplomats, 1980

Cruijff in azione con la maglia dei Washington Diplomats

Nella capitale il Profeta del gol disputa un’altra ottima annata, totalizzando 10 reti e 20 assist in 25 partite. Si conquista così la sua seconda convocazione per il NASL All-Star Game. Il cammino dei Diplomats, però, ancora una volta, si arresta ai quarti di finale di Conference, sempre contro gli Aztecs.

Finisce con questa sconfitta, di fatto, l’avventura americana di Cruijff, che l’anno successivo gioca solamente cinque match, conditi da due gol e un assist.

Dopo la NASL: gli ultimi anni della carriera di Cruijff

L’olandese lascia dunque gli States e torna in Spagna, per giocare col Levante, dopo aver preso parte a un incontro non ufficiale con la maglia del Milan.

Chiuderà la carriera in patria, giocando dapprima per il suo Ajax, dal 1981 al 1983, e poi per gli acerrimi rivali del Feyenoord.

Al termine della stagione 1983-1984 , Johan Cruijff, a 37 anni, dice addio al calcio giocato. Questa volta definitivamente.

Tornerà in campo soltanto due anni dopo, nei panni di allenatore, ruolo nel quale rivoluzionerà il gioco del calcio, così come aveva fatto da giocatore.

Proprio il segno indelebile che ha lasciato nel mondo del pallone con la sua rivoluzione è ciò che lo ha reso indimenticabile, ancora oggi che celebriamo il 73° anniversario della sua nascita: è per questo che Johan Cruijff, in un certo senso, forse è davvero immortale.


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