Come già è stato descritto in passato, l’avvio del soccer professionistico parte un pò a rallentatore, per via dell’incapacità dei dirigenti delle due leghe di venire a un accordo per creare un campionato unico. Per questo motivo nel 1967 ci furono due campionati, uno organizzato dalla United Soccer Association, che aveva avuto il benestare della FIFA e la National Professional Soccer League, che non essendo stata riconosciuta dall’allora USSFA era stata bollata come fuorilegge. I giocatori che firmarono per loro andarono incontro a delle sanzioni. LA NPSL però aveva ottenuto un contratto televisivo con la CBS ed era meglio organizzata rispetto alla lega rivale.
La MLS e l’era moderna del soccer
L’era moderna del soccer cominciò il 16 Aprile 1967 a Baltimora dove la squadra di casa, i Baltimore Bays, si impose sugli Atlanta Chiefs di misura davanti a 8434 spettatori, non esattamente l’affluenza che era stata prevista. La CBS trasmise la partita e i telespettatori videro una partita giocata molto sulla difensiva, senza troppo spettacolo, match che vinse Baltimora per 1-0.
La NPSL aveva adottato un sistema di punteggio per incoraggiare il gioco offensivo che assegnava sei punti per vittoria, tre punti per un pareggio ed un punto per ogni rete segnata, così Baltimora guadagnò sette punti, ed Atlanta nessuno. I puristi criticarono questo sistema, sebbene qualcosa di molto simile era stato proposto anni prima dall’inglese Arthur Drewy, al tempo presidente della Football Association e futuro presidente della FIFA.
Alcune persone trovarono l’idea valida perché temevano che gli americani, abituati a sport con molti punti segnati avrebbero trovato il calcio noioso, e in più pensavano che questa decisione avrebbe incoraggiato un gioco più offensivo in un’era dominata dal cosiddetto catenaccio. Un giornalista inglese scrisse: ‘Ora tocca alla NPSL cominciare da zero cercando di vendere il calcio come uno sport ricco di azione, spettacolare e positivo’. Nei fatti questo sistema, che rimase anche negli anni a venire, non avrebbe aiutato ad aumentare il numero di reti segnate ed avrebbe portato dei risultati imbarazzanti.
LA CBS lancia la sua prima trasmissione dedicata al soccer
La CBS chiamò il proprio programma “Just for Kicks!”, trasmesso a colori la domenica. Ai microfoni era stato chiamato il popolare giornalista americano Jack Whithaker, affiancato dal nordirlandese Danny Blanchflower, ex stella del calcio britannico. Per la delizia di molti e il dispiacere degli addetti ai lavori Blachflower diceva quello che pensava, non era particolarmente impressionato dalla qualità del gioco ed era brutalmente sincero nelle sue affermazioni.
Durante il campionato gli ascolti e le presenze allo stadio diminuirono. St Louis aveva venduto 38000 biglietti ma per via del brutto tempo solo 20985 persone si presentarono allo stadio, e presto gli abitanti di quella che da molti è considerata la culla del soccer negli Usa, voltarono le spalle alla squadra, creando il fenomeno ancora comune in America dei cosiddetti eurosnobs. In estate la media spettatori della NPSL si era attestata sui 4879 spettatori a partita con St Louis a comandare la classifica grazie a una media di 7613 presenze.
Nonostante la qualità del gioco fosse incostante, la NPSL poteva vantare alcuni giocatori talentuosi, quali Warren Archibald (New York), Phil Woosnam, Vic Crowe e Ron Newman (Atlanta), Co Prins (Pittsburgh), Yanko Daucik (Toronto), Art Welch (Baltimora), Gabbo Gavric e Ilija Mitic (Oakland), tutti nomi, ad eccezione di Prins e Daucik avrebbero scritto la storia del soccer Usa come giocatori ma anche come allenatori e dirigenti. Co Prins, ex nazionale olandese, resta comunque negli annali del Soccer Usa per aver partecipato al film “Fuga per la vittoria” del 1981.
Creare una cultura calcistica negli stati uniti degli anni sessanta: un progetto impossibile?
Come era prevedibile gli americani in quella lega erano realmente pochi, appena otto, di cui solo quattro nati negli Usa, anche se alcuni di loro ebbero un certo impatto. Willy Roy fu uno di quelli: nato in Germania, ma emigrato negli Usa a soli sei anni, divenne il vice capocannoniere di lega con 17 centri e 5 assist; anche Walt Chtzowich, nato in Ucraina e frequentatore della Roman Catholic High School e la Temple University di Phildelphia, lasciò la ASL per diventare giocatore e direttore del personale nei Philadelphia Spartans. Gli unici quattro giocatori nati in America erano Joe Speca (Baltimora) e tre ex giocatori di college in forza a St Louis: Carl Schwarzen, Carl Gentile e Pat McBride.
Una delle ragioni che fece perdere ulteriore credibilità alla lega, oltre il criticato sistema di punteggio, fu la confessione dell’arbitro Peter Rhodes, il quale confessò alla stampa appena un mese dopo l’inizio del campionato che undici dei ventuno falli fischiati durante la partita Toronto – Pittsburgh, trasmessa in TV, erano scuse per consentire alla CBS di mandare in onda la pubblicità. Rhodes raccontò anche che durante la partita fermò un giocatore che stava per rialzarsi dopo un fallo subito perché la pubblicità non era ancora finita.
Così, tra sorrisi sotto i baffi e occhiate maliziose, la United Soccer Association cominciò il primo campionato il successivo 28 Maggio: gli investitori erano sicuri della riuscita perché pensavano, nella loro opinione falsata anche da una sostanziale ignoranza in fatto di soccer, di aver importato le migliori squadre del mondo, cosa che nei fatti non era. Chi accettò di giocare in America interpretando la parte della squadra locale furono: Wolvehampton Wanderers (Los Angeles Wolves), Aberdeen (Washington Whips), Stoke City (Cleveland Stokers), Dundee United (Dallas Tornado), Cerro de Montevideo (New York Skyliners) i brasiliani del Bangu, già conosciuti negli Usa per aver vinto la ISL nel 1960 in rappresentanza degli Houston Stars, ADO Den Haag (San Francisco Golden Gate Gales), Glentoran (Detroit Cougars), Sunderland (Vancouver Royal Canadians), Hibernian (Toronto City), Shamrock Rovers (Boston Rovers), e gli italiani del Cagliari recitarono la parte dei Chicago Mustangs, con Gigi Riva che si rifiutò di partecipare alla lunga tournée.
Ogni proprietario di franchigia pagò 2,5 mln di dollari per inserire la propria squadra, gli abbinamenti vennero decisi dopo la fine di ogni singola contrattazione e in base alla composizione etnica delle città, eccezion fatta per New York, per la quale venne scelto un club uruguaiano nonostante non ci fosse una numerosa presenza di immigrati dall’Uruguay perché si pensava che essendo la città più internazionale d’America gli appassionati di soccer sarebbero venuti allo stadio indipendentemente da chi avrebbe rappresentato la loro squadra.
USA prova la rivoluzione: un prima passo verso il cambiamento?
Avendo una stagione più breve rispetto alla lega rivale, ed avendo organizzato anche una serie di amichevoli e con più tempo a disposizione, la USA ebbe un migliore inizio, con 34985 spettatori all’ Astrodome di Houston, 21871 allo Yankee Stadium di New York e 16431 al Cotton Bowl di Dallas. Naturalmente anche in questo caso col passare dell’euforia delle prime partite l’affluenza non tenne il passo e la USA si attestò su una media di 7890 spettatori con Houston a primeggiare con 19802 presenze all’Astrodome mentre Boston divenne il fanalino di coda con appena 4171 paganti, dimostrando che ci voleva ben altro che una squadra irlandese per portare la gente allo stadio.
Più i rispettivi campionati procedevano, più era chiaro che nonostante i soldi spesi da tutti gli investitori, ben poco di quelle somme era stato speso per la cosa più importante: giocatori di qualità. Più la stagione andava avanti più i vari proprietari si rendevano conto che quelle squadre composti di giocatori di valore alquanto discutibile non avrebbero portato gli spettatori allo stadio.
Per cercare di migliorare la situazione alcuni proprietari cercarono di “americanizzare” il calcio. Ad esempio i Chicago Mustangs avevano annunciato che nel 1968 la rosa sarebbe stata composta interamente da americani, nel frattempo sia la NPSL che la USA cercarono di attirare gli spettatori in ogni modo, Baltimora ricorse a cheerleaders, marching bands e complessi jazz, altre squadre ridussero i prezzi e regalarono gadget, nulla sembrò realmente funzionare.
soccer 1969: un finale thrilling per il campionato USA
Nonostante i problemi dentro e fuori dal campo, entrambe le leghe terminarono la stagione con finali elettrizzanti, la Usa ospitò la finale a Los Angeles nella seconda settimana di Luglio. I Los Angeles Wolves ospitarono i Washigton Whips al Memorial Stadium, dove Los Angeles si impose per 6-5 dopo 36 minuti di tempi supplementari, i 17824 spettatori ebbero la fortuna di assistere ad una delle migliori partite della storia del soccer Usa. Il goal vittoria dei Wolves fu un’autorete di Ally Shewan.
Nella NPSL Oakland prevalse su Baltimora in una duplice sfida nel mese di Settembre. Dennis Viollet segnò in casa per i Bays dando loro una vittoria di misura davanti a 16619 spettatori, ma in California i Clippers prevalsero per 4.1 davanti a 9037 presenti all’Oakland Coliseum grazie a una tripletta di Dragan Djukic.
Nella NPSL Yanko Daucik di Toronto divenne il capocannoniere con 20 goal e 8 assist, il giornale Sporting News nominò Ruben Navarro, soprannominato “The Hatchet” miglior giocatore del torneo, Willy Roy fu eletto “rookie of the year” mentre nella USA l’italiano Roberto Boninsegna fu il capocannoniere con 10 reti e 1 assist in 9 partite.
una sistema gia in crisi? come gestire le squadre di calcio?
Al termine della stagione i proprietari delle varie franchigie analizzarono la situazione finanziaria delle proprie squadre, alcune delle quali erano in rosso per una cifra pari a mezzo milione di dollari dell’epoca, cercando di capire cosa era andato storto coi propri investimenti. Se lo avessero chiesto agli appassionati di soccer la risposta sarebbe stata chiara, ma sfortunatamente non analizzarono il mercato sul quale avevano investito.
Al tempo la quasi totalità degli americani non conosceva nulla di questo sport, ignorando completamente i nomi dei campioni o delle grandi squadre, per cui molti di loro non capivano le regole del gioco, trovandolo lento e noioso. In più avevano sovrastimato gli eventi dell’estate precedente, se è vero che le reazioni alla finale di Coppa del Mondo del 1966 erano state positive, questo non si sarebbe tradotto in code al botteghino per supportare le squadre locali così come accade ad esempio per il baseball.
Un altro errore di calcolo fu il considerare il mercato etnico come dato per scontato. Purtroppo, e questo avviene ancora oggi, non solo lo spettatore di origine europea o sudamericana è pretenzioso e capace di riconoscere subito il soccer di livello da quello di qualità inferiore, ma è portato a supportare solo i giocatori famosi del suo paese di origine, aggiungere il semisconosciuto serbo o portoghese in rosa non garantisce il supporto della comunità, fosse stato così la ASL sarebbe stata una lega professionista di rilievo decenni prima. Sarebbe dovuto essere chiaro nel 1968 che gli investitori avrebbero dovuto supportare una crescita lenta dello sport cercando di istruire lo sportivo americano con giocatori possibilmente nati negli Stati Uniti.
Purtroppo però i problemi non furono realmente localizzati e superati. Si cercò una spiegazione semplice e venne accettato da tutti che la ragione del fallimento era la creazione di due leghe diverse, senza tenere in considerazione la qualità del gioco espresso o gli stipendi troppo alti a dirigenti e consulenti e l’aver voluto fare tutto in fretta e, ultimo ma non ultimo, l’aver comprato a scatola chiusa giocatori ed allenatori spesso non all’altezza. Nella loro testa l’unica ragione era la competizione tra le due leghe che aveva quindi diluito i “molti” fans, per cui con una lega unica l’affluenza sarebbe schizzata verso l’alto. Quindi il 7 Dicembre del 1967 NPSL ed USA si fusero nella NASL, North American Soccer League, mantendo i commissioner di entrambe le leghe, Ken Macker e Dick Walsh, che in un’intervista aveva addirittura dichiarato “Non so nemmeno come è fatto un pallone da calcio”
Delle ventidue squadre ne restarono diciassette, alcune delle quali si spostarono per la politica di una sola squadra per città, altre chiusero per la stessa ragione, come New York Skyliners per lasciare il posto ai Generals e San Francisco Golden Gate Gales per non rubare spettatori agli Oakland Clippers, mentre Philadelphia Spartans e Pittsburgh Phantoms annegarono in un mare di inchiostro rosso avendo perso in due un milione di dollari.
La CBS rinnovò il contratto per un altro anno sostituendo Blalchflower con il più indulgente Mario Machado. Gli americani nella nuova lega erano appena tredici, inutile dire che i Chicago Mustangs non poterono mantenere la loro promessa e ne misero sotto contratto appena tre.
Un movimento sportivo che ancora non ha appeal: nuova rivoluzione
Riconoscendo che il livello di gioco espresso l’anno precedente lasciava alquanto a desiderare, vennero reclutati dei nuovi giocatori, primo tra tutti il polacco John Kowalik, che divenne poi capocannoniere con 30 reti e 9 assist, i Washington Whips presero l’argentino Victorio Casa, Cleveland prese Ruben Navarro dai disciolti Philadelphia Spartans, San Diego acquistò il brasiliano Vavà, campione del mondo con Pélè nel 1958 e 1962.
La CBS questa volta non doveva temere per i commenti caustici sul livello dei giocatori in campo, anche perché la classe espressa in campo durante la stagione 1968 non si sarebbe vista per quasi un decennio, e le amichevoli pre campionato lo dimostrarono, anche se spesso i club europei e sudamericani che venivano negli Usa prendevano queste partite come amichevoli pagate in moneta sonante ed un’occasione per provare schemi nuovi e far giocare le riserve. Nonostante ciò il Santos di Pélè perse contro i Cleveland Stokers ed i New York Generals, e l’allenatore del Manchester City Malcom Allison, che aveva appena vinto il campionato inglese, dopo aver perso contro gli Atlanta Chiefs per 3-2 disse che era stata una sfortunata coincidenza e che la squadra locale rasentava il livello della quarta divisione. In Georgia la cosa fu presa molto sul serio, e venne chiesto di rigiocare la partita, Allison accettò, e dopo avers perso contro gli Oakland Clippers, il City tornò ad Atlanta dove perse ancora per 2-1.
dare forma ad un campionato senza tradizione: partire dal roster dei calciatori?
Non tutte le squadre erano così forti, i Dallas Tornado, dovendo ricostruire la squadra da zero, si affidarono allo strano allenatore jugoslavo Bob Kap, il quale reclutò giocatori dilettanti prevalentemente inglesi e olandesi e si imbarcò con loro in un tour mondiale estenuante ed allucinante le cui memorie sono state scritte in un libro da uno dei partecipanti a questa fatica titanica rimasta negli annali della storia e mai più ripetuta.
Inutile dire che a parte il modesto valore la squadra cominciò il campionato già esausta ed esordirono perdendo in casa contro Houston per 6-0. Le partite seguenti non andarono meglio, con sconfitte per 7-1 e 8-2. Inutile dire che Kap fu licenziato, ma nonostante il cambio di allenatore ed alcuni giocatori presi al mercato di riparazione, i Tornado conclusero il campionato con 2 vittorie, 4 pareggi e 26 sconfitte, il peggior record per una franchigia pro sport americana, a tutt’ora ancora imbattuto.
La fine della regular season vide Atlanta prevalere nella Atlantic Division, Cleveland vincere la Lakes Division, Kansas City primeggiare nella Gulf Division e San Diego, per via del controverso sistema di punteggio mutuato dalla NPSL, prevalere per un punto su Oakland. Atlanta e San Diego prevalsero su Clevaland e Kansas City. La doppia finale vide uno 0-0 in California grazie anche alle parate del portiere dei San Diego Toros Ataulfo Sanchez, ma in Georgia i Chiefs prevalgono per 3-0 con reti di McParland, Kaiser Moutang, che sarebbe rimasto anche negli anni a venire, e Delroy Scott. Phil Woosnam fu nominato allenatore dell’anno, e Kaiser “Boy Boy” Moutang fu nominato “rookie of the year”.
Finisce il campionato: ed ora che succede?
Dopo la fine del campionato però, era impossibile nascondere la cenere sotto il tappeto. La media spettatori era uno striminzito 3400 presenze, ben lontana dai 12000 che sarebbero serviti per creare utili. A novembre, durante un incontro a Chicago per organizzare la stagione 1969 Detroit disse che non avrebbe continuato, e a breve altri seguirono l’esempio. Le squadre fallirono, i contratti dei giocatori furono stracciati così come quello con la CBS stufa di percentuali risibili (e non tornò a trasmettere una partita di soccer fino alla finale NASL del 1974) gli investitori si ritirarono e così fecero anche i dirigenti. Le perdite finanziare in un biennio avevano toccato i sei milioni di dollari, ogni squadra aveva sperperato mediamente almeno 200000 presidenti morti, St Louis ammise di aver perso 1500000 dollari in due anni di operazioni. L’affitto di stadi costosi, il pagamento di salari alti, e il mancato ritorno economico fece tramontare per sempre nella maggior parte degli investitori l’interesse per il soccer.
1696: il soccer verso la nuova MLS?
Il 7 Gennaio del 1969 nei sotterranei del Fulton County Stadium di Atlanta, i proprietari delle cinque squadre superstiti chiesero a Phil Woosnam di prendere in mano il timone di una lega ridotta ai minimi termini. La stagione 1969 sarebbe stata a girone unico con Batimore Bays, Atlanta Chiefs, St Louis Stars, Kansas City Spurs e Dallas Tornado, ma la cosa più importante è che si sarebbe cercato finalmente di far crescere lo sport dal basso, lavorando sulla base di appassionati e praticanti dello sport più conosciuto al mondo, cercando di farla crescere invece di reclutare costosi giocatori stranieri a fine carriera, senza creare una base che potesse sostenere i costi.
Credits
https://www.facebook.com/atlantachiefsfans/ > Atlanta Chiefs
https://www.nytimes.com/2013/07/22/sports/soccer/phil-woosnam-pioneer-of-north-american-soccer-dies-at-80.html >NYC TIMES
https://www.facebook.com/AstrodomeMemories > AstrodomeMemories
https://www.ussoccerhistory.org/the-graham-guides-digital-collection/1969-soccer-year-book-with-complete-1967-1968-records/ > ussoccerhistory
https://it.wikipedia.org/wiki/Janusz_Kowalik > Wikipedia