Con la nascita delle due leghe professionisti pre NASL, comincia nel 1967 l’era moderna del pro soccer negli Stati Uniti, e come data ufficiale viene scelta la prima assoluta della lega non ufficiale National Professional Soccer League, vale a dire l’incontro tra Baltimore Bays e Atlanta Chiefs, trasmesso in diretta nazionale dalla CBS il 24 Aprile 1967. L’evento viene preso in considerazione persino dal popolare periodico sportivo a stelle e strisce Sports Illustrated nella veste del giornalista Tex Maule il quale titola il suo articolo ‘Kick Off in a Babel of booters’, che si potrebbe tradurre come ‘calcio d’inizio in una Babele di pedatori’.
Dalla Torre di Babele sino alla MLS: un viaggio chiamato soccer
Il riferimento biblico alla torre di Babele fu molto probabilmente dato dal fatto che al tempo gli americani capaci di giocare a calcio erano pochissimi, così in assenza di un parco giocatori nazionale, i proprietari delle squadre avevano assemblato le rose delle proprie franchigie acquistando i propri calciatori nei vari angoli del pianeta, mentre la lega ufficiale United Soccer Association addirittura aveva preso in prestito squadre straniere, prevalentemente britanniche, per poter disputare la prima stagione.
L’importazione di calciatori, spesso non di eccelsa qualità, da tutti e cinque i continenti portò negli USA atleti ed allenatori che a volte non conoscevano una parola di inglese e/o non sapevano rapportarsi coi giocatori che allenavano, tanto da costringere i proprietari dei team a dover organizzare corsi di lingua per far si che i giocatori si amalgamassero e capissero le disposizioni dei propri allenatori.
La qualità del gioco espressa in questa prima partita non fu certo eccelsa ma questo era dovuto anche al fatto che le squadre erano state assemblate in poco tempo vista la decisione repentina, causa mancato riconoscimento ufficiale da parte di FIFA ed USSFA (oggi USSF) di creare la propria lega e cominciare il campionato un anno prima dell’ufficializzata USA che aveva previsto l’inizio delle operazioni nel 1968 e si trovò invece spiazzata.
Il soccer come prodotto televisivo: quale format sportivo?
Questo fedele resoconto di quanto accaduto illustra sia le lacune del soccer USA di allora che le speranze, poi brutalmente disattese, che il soccer potesse presto diventare un prodotto televisivo ambito dai telespettatori americani ed entrare così nell’olimpo dei pro sports più genuinamente a stelle e strisce ed entrando in competizione con loro, cosa che è potuta invece accadere solo in tempi recenti tanto che, quando si parla di sport negli USA qualche giornalista, includendo il soccer tra i maggiori sport nazionali ha cominciato a parlare di ‘Big Five’ invece di ‘Big Four’, ma questa è un’altra storia.
Altro dettaglio interessante riportato in questa cronaca dell’epoca è la poca preparazione, dovuta alla totale mancanza di esperienza, sia del presentatore Jack Withaker che dei cameraman locali non abituati ad uno sport senza pause artificiali a differenza degli sport americani. Dulcis in fundo i commenti al vetriolo del nordirlandese Danny Blanchflower che di certo non aiutarono gli americani ad appassionarsi allo sport più bello del mondo..
‘Guy St Vil l’orgoglio di Haiti ha intercettato un passaggio del giamaicano Asher Welch ed ha scaraventato la palla alle spalle del portiere scozzese Dennis Connaghan ed il primo goal della nuova avventura del soccer professionista americano fu segnato e divenne storia. La partita è stata vinta grazie a questa rete dai Baltimore Bays sugli Atlanta Chiefs.’
Questa è stata la prima della National Professional Soccer League, che nonostante non sia stata sanzionata ha stipulato un contratto di un milione di dollari per la stagione con la CBS, tv nazionale che si impegnerà a trasmettere ventuno partite. Il match è stato visto con ansia ed interesse da proprietari e dirigenti della United Soccer Association, la lega ufficiale che ha avuto il benestare della FIFA ma che non gode di alcun contratti televisivo. La USA si è trovata nella posizione particolare di sperare che la partita dei propri rivali fosse abbastanza eccitante per stimolare l’appetito degli americani verso lo sport più popolare al mondo, ma allo stesso tempo non tale da oscurare le proprie squadre.
Gli investitori della USA saranno quindi stati contenti di ciò che hanno osservato in questa prima partita trasmessa dal Baltimore Memorial Stadium. Gli 8434 spettatori presenti sugli spalti, volutamente non inquadrati dalle telecamere, erano di gran lunga troppo pochi per poter far si che l’incasso generale fosse considerato un successo in termini economici, ma il match in se stesso aveva sufficientemente fascino per generare interesse tra i telespettatori.baltimore.jpg
Eric Barnett, un giovane australiano che si trova negli Stati Uniti per studiare le più moderne tecniche televisive e che ha giocato a calcio professionalmente in Australia, Nuova Zelanda ed Inghilterra, ha attentamente osservato lo svolgersi dello scontro con occhio leggermente itterico, ed alla fine delle ostilità ha dichiarato che ‘il livello di gioco espresso era tra la terza e la quarta divisione inglese, il che sarebbe l’equivalente del baseball AAA negli Usa, il che non è poi male per squadre assemblate solo recentemente dai quattro angoli del mondo. Le azioni di gioco, come ci si poteva aspettare’ prosegue Barnett ‘sono state vivaci e confuse, quel che invece non ci si poteva aspettare è che in alcuni momenti sono state straordinariamente coese. Barnett aggiunge ‘il dribbling a centrocampo era spesso brillante, quasi si avvicinava ad una prima divisione, ma i ragazzi sembravano confusi quando superavano la linea delle trenta iarde ed erano un po’ troppo frettolosi nel tirare. Ma c’è da aspettarselo, sapete, in squadre che sono state appena formate’.
il soccer degli americani costituito da giocatori di tutto il mondo: una base da cui partire per alzare la qualità dei rosters
Ad aggiungersi alle difficoltà di ogni nuova squadra c’è l’aspetto linguistico di questa avventura, sembra sul serio una torre di babele. I Los Angeles Toros, che hanno cominciato la stagione di fronte a 9048 solitari sostenitori dispersi in quel Coliseum che ne può contenere 101574 hanno dovuto organizzare corsi di inglese per tutta la squadra, allenata dal polacco Max Wozniak. Le nazionalità presenti in rosa sono dodici, e spaziano dall’Ecuador alla Turchia.
L’allenatore John Szep, sulla panchina dei Philadelphia Spartans, è un ungherese che parla tre lingue ma non spagnolo, così ha dovuto acquistare un giocatore che lo parlasse per poter farsi capire durante gli allenamenti. L’atleta scelto per questo compito è Laszlo Kaszas che ha imparato a parlare fluentemente spagnolo quando giocava a Madrid. Le appassionate lamentele di Szep sono spesso smorzate da Kaszas il quale dice in proposito :”Lascio fuori le emozioni quando traduco”.
La vera stella della partita è stato un ex calciatore irlandese ritenuto il miglior prodotto di un’intera generazione, Danny Blanchflower (Colui che nel 1958, con il suo goal estromise l’Italia dai mondiali di Svezia –ndr-). Blanchflower fornisce i commenti delle azioni a Jack Whitaker, un telegiornalista sportivo della CBS che ha lottato non poco, e nel complesso possiamo dire con successo, per risolvere il problema di riuscire a spiegare le regole di questa disciplina sportiva e le sue sfumature ad un pubblico che sapeva poco e nulla di soccer. Blanchflower, nel suo genuino e coinvolgente linguaggio, è stato brutalmente sincero nei suoi commenti, ed è molto evidente che dovrà fare molta strada prima di diventare indulgente come i telecronisti americani. La sua opinione sul livello di gioco espresso in campo è stata chiara e pungente.
le punizioni di seconda, questo strano modo di calciare in porta
‘Qui devono giocare di intelligenza’, ha commentato durante la preparazione di una punizione a due da parte di Baltimora. ‘Il calciatore incaricato al tiro non può segnare direttamente sapete perché la palla dopo essere toccata deve girare la propria circonferenza almeno una volta prima di tirare, per cui probabilmente effettuerà un passaggio’. Ma invece di passare, il calciatore ha tirato, effettuando un pallonetto che ha scavalcato la difesa di Atlanta ed è stato poi intercettato da Connaghan. Blanchflower ha aggiunto con tono disgustato: ‘E’ stata una mossa stupida, sapete, se il pallone fosse entrato in rete il goal non sarebbe stato convalidato’.
Nella crescita del movimento del soccer partecipano anche i media
Sfortunatamente la presentazione della CBS della prima partita sembrava un po’ improvvisata. Il match è cominciato improvvisamente senza presentazione dei calciatori, così i telespettatori non hanno mai capito bene la posizione che i giocatori occupavano o quali fossero le loro funzioni. Quando Whitaker identificava il giocatore per nome, cosa che gli è riuscita abbastanza bene dopo un inizio un po’ difficoltoso, dimenticava però di dire ruolo e paese d’origine.
Considerando che ci vorrà abbastanza tempo e molta reclamizzazione prima che gli spettatori americani imparino ad apprezzare e comprendere nel profondo strategie e tattiche, sembrerebbe che la strategia che può dare più frutti e creare interesse tra nuovi potenziali appassionati sia quella di creare delle stelle locali. Ciononostante gli unici due giocatori dei quali i telespettatori hanno subito memorizzato nome e ruolo sono stati i due portieri lo svedese Sven Lindberg in forza a Baltimora e lo scozzese Connaghan che ha giocato una buona partita difendendo i pali di Atlanta, e a parte St Vil, l’unico marcatore della partita e miglior giocatore haitiano sulla piazza, nessun altro giocatore di Baltimora è stato menzionato. St Vil portrebbe presto diventare il beniamino di Baltimora, e di conseguenza diventare una star della tv capace di attirare molti fans.
Asher Welch, che ha fornito la palla goal a St Vil, ha anche un gemello di nome Art, anche lui in forza a Baltimora. Asher è un atleta meravigliosamente veloce che effettua passaggi veloci ed accurati e tiene bene la palla, ma anche lui sarebbe passato inosservato se Blanchflower non lo avesse citato in un divertente aneddoto. ‘Quando i Bays (Blanchflower aveva capito che la squadra si chiamasse Bears – orsi – o forse così pareva di capire dal suo accento) hanno messo sotto contratto i due fratelli, il selezionatore si era dato alla pazza gioia in Giamaica ed aveva festeggiato tutta la notte, quando si è svegliato aveva un terribile mal di testa e quando li ha visti non capiva se aveva comprato anche l’altro gemello o ci vedeva doppio’.
E quando il portiere di Baltimora è stato colpito in faccia dalla palla effettuando così una singolare parata Blanchflower ha commentato ironicamente a Whitaker “Quel ragazzo ha salvato la faccia possiamo dire”.
Gli americani fanno del soccer un vero spettacolo
La formula ideata dalla CBS per mandare in onda la pubblicità ha funzionato bene, senza privare i telespettatori di nessuna azione di gioco. La réclame veniva trasmessa durante i rinvii dei portieri, o quando la palla andava fuori, o nel tempo necessario prima di effettuare un calcio di punizione o un corner. Un paio di volte le telecamere sono arrivate in leggero ritardo ma nulla è andato perduto, un apprezzabile passo avanti in uno sport dove non ci sono timeout. Naturalmente nei tre momenti in cui un giocatore è finito a terra, il responsabile di produzione ha trovato il tempo per inserire in quei tagli i consigli per gli acquisti.
Tutto sommato, a giudicare dalla presentazione di Baltimora – Atlanta, il soccer ha molto da offrire ed un pubblico potenzialmente vasto. Ha il vantaggio, anche con questo livello di gioco non particolarmente eccelso, di movimento continuo ed azioni eccitanti, a volte anche violente, e con regole facili da comprendere. E’ un po’ come l’hockey su ghiaccio ma su più larga scala e con una palla abbastanza grande così da non perdere di vista le azioni da goal.
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