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NEW ENGLAND REVOLUTION 2025: DA DOVE RIPARTIRE?

Dopo stagioni di promesse mancate e progetti evaporati, i New England Revolution si ritrovano a ricostruire dalle fondamenta. Ma stavolta, il cantiere è reale. E il tempo per fallire è scaduto.

di Jacopo Di Martino
New England Revolution

Il campionato 2025 di Major League Soccer non ha visto come protagonista una sola squadra, ma tante franchigie differenti che si sono date battaglia fino all’ultimo respiro per concludere la Regular Season nel modo migliore possibile. Sarebbe stato bello vedere anche le squadre più longeve prendere parte a questa corsa per il titolo, ma purtroppo non è stato così.

Dopo aver parlato dello Sporting Kansas City nell’articolo precedente (clicca qui per recuperarlo), questa volta è il turno del New England Revolution, franchigia nata nel 1994 e fondatrice di quella che è l’attuale MLS.

I risultati altalenanti conseguiti nelle ultime tre stagioni hanno portato ad una seria riflessione gli amanti del soccer su quello che potrà essere il futuro del club.

 

LA NASCITA DEL NEW ENGLAND REVOLUTION

La Nuova Inghilterra può essere considerata come la località d’esordio del soccer nel continente americano, grazie ad un gruppo di studenti che cominciarono a praticare questo sport a Boston prendendo ispirazione da quello che veniva definito il “futuro dello sport” in Inghilterra. Ecco dunque che nel 1993 gli USA scelgono questa come una delle città fondatrici del nuovo movimento calcistico che verrà denominato Major League Soccer.

Il primo campionato verrà definito un vero e proprio fiasco per la nuova franchigia, che terminerà ultima in classifica mancando la qualificazione ai playoff di fine stagione.

 

TANTI CAMBIAMENTI E POCHI RISULTATI

Il futuro del calcio americano passa anche per il New England, ma non in maniera positiva: la squadra nel corso degli anni non raggiunge mai una posizione in alta classifica in maniera costante e soprattutto dovrà aspettare il 2002 per classificarsi primo e giocarsi la finale dei playoff, poi persa. Nel 2005 la storia si ripete: altra finale, altra sconfitta, ma ciò porta la società a comprendere che la squadra ha del potenziale per vincere finalmente il suo primo trofeo. Purtroppo ciò non avviene nonostante il raggiungimento della terza finale dei playoff (la seconda consecutiva), che vedrà l’ennesima sconfitta dei Revs. Incredibilmente, anche nel 2007 la squadra di Boston (che scenderà in campo nel Gillette Stadium di Foxborough dal 2002 in poi) agguanta la finale per la MLS Cup, perdendo nuovamente e portando a tre il computo delle finali raggiunte consecutivamente. Tuttavia, proprio in quell’anno arriva il primo storico trofeo per il club del Massachussets: la U.S. Open Cup 2007 apre la strada ad un nuovo trofeo che si aggiungerà all’albo d’oro della franchigia. Nel 2008 infatti viene vinta la SuperLiga, che rappresenterà l’ultimo trofeo conquistato dai Revs prima dell’MLS Supporters’ Shield del 2021, che vedrà il New England totalizzare il record di punti in una stagione regolare di MLS.

 

IL FALLIMENTO DEL PROGETTO AFFIDATO A CALEB PORTER

Dopo aver vinto nel 2021 il MLS Supporters’ Shield, il New England comincia a vivere un periodo di lento declino, che porterà la società a scegliere di puntare su Caleb Porter, esperto allenatore che ha conquistato due MLS Cup con due squadre diverse, rispettivamente con i Portland Timbers nel 2015 e con i Columbus Crew nel 2020. Agli occhi dei tifosi dunque questa appare come mossa ambiziosa da parte del club di voler investire sulla rosa e puntare in alto. Ma ciò non avviene: il roster non verrà potenziato e gli investimenti fatti su alcuni giocatori si riveleranno errori di mercato clamorosi che faranno scendere ulteriormente il club verso il baratro. La prima stagione di Porter sulla panchina dei Revs è disastrosa: il tecnico raggiungerà il penultimo posto in Eastern Conference e verrà confermato per l’anno successivo con la speranza di poter centrare quantomeno i playoff di fine stagione. Nel 2025, con la squadra matematicamente fuori dalla lotta per il post-season, trasmettendo ai tifosi un gioco scialbo e privo di idee, Caleb Porter viene esonerato dopo due stagioni orribili sotto il punto di vista delle prestazioni in campo e del punteggio in classifica.

 

DA CHI RIPARTIRE PER LA STAGIONE 2026? ECCO 3 NOMI

L’approdo di Caleb Porter e il successivo esonero dimostrano che se una società decide di puntare su un nome, essa si deve prendere la responsabilità di svolgere un mercato consono per lo stile di gioco del prescelto. Non si può pensare di far contenti i tifosi solo per aver scelto un nome ambizioso se poi non vengono effettuati gli acquisti giusti per risollevare le sorti del club.

Il primo nome che proponiamo è Gary O’Neill, allenatore inglese con un passato da centrocampista in Championship. Il tecnico ha guidato il Bournemouth e il Wolverhampton nella sua breve carriera da coach e il sogno americano potrebbe essere un’offerta allettante per un giovane che vuole ripartire alla grande. Il suo modulo preferito è il 3-4-2-1 che all’apparenza sembrerebbe troppo spregiudicato ma che invece diventa una solida alternativa in fase di non possesso. Le sue squadre giocano un calcio equilibrato e si schierano compatte all’interno del campo da gioco, con la possibilità da parte degli esterni di ripiegare in fase difensiva e di allargarsi in fase offensiva. Ruolo fondamentale lo hanno quindi i centrali difensivi e i trequartisti, chiamati a svariare su tutto il fronte offensivo e agire da veri numeri 10. Essendo un madrelingua inglese, avrebbe anche il vantaggio di poter comunicare rapidamente con la squadra e trasmettendo sin da subito le proprie idee tattiche.

Il secondo nome che abbiamo scelto di condividere con voi è quello di Óscar García, tecnico spagnolo reduce dall’esperienza con il Guadalajara in Messico. Grazie alla sua nazionalità, potrebbe essere un’ottima scelta per permettere a Carles Gil di diventare uno dei giocatori più forti dell’intero campionato e inoltre l’allenatore predilige l’uso del 3-4-2-1 come modulo di partenza. Ecco dunque una valida alternativa ai soliti nomi che vengono accostati alle panchine di MLS: con García, la franchigia di Foxborough potrebbe attirare anche giocatori europei ad accasarsi in New England vista la sua esperienza passata tra Austria, Francia, Belgio e altri Stati. Il progetto convincerebbe l’allenatore a firmare un contratto e a rispettare la scadenza per via dell’ambizione del club, visto che nell’arco della sua carriera ha vissuto molti esoneri e dimissioni, ma quando ha incontrato un progetto serio ha portato a casa dei trofei.

Il terzo e ultimo nome che secondo noi potrebbe fare al caso del New England è quello di Gary Smith, ex allenatore di Nashville. Il tecnico inglese conosce bene il campionato americano ed è il principale autore della vittoria della MLS Cup del 2010 da parte dei Colorado Rapids. Predilige il modulo 3-5-2 ma soprattutto opta per un pressing elevato sul portatore di palla in fase di non possesso. Mettendo in difficoltà i centrocampisti e i difensori, talvolta costringendoli a giocare con il proprio piede debole, le squadre di Smith tendono a riconquistare palla nella metà campo avversaria dando vita ad azioni rapide e creative grazie alla presenza di elementi di fantasia in attacco. L’aggressività risulta quindi l’elemento alla base delle istruzioni tattiche del mister inglese, che potrebbe valorizzare giocatori carismatici come il portiere Matt Turner (se la società dovesse prolungare il suo prestito dal Lione) o i due rocciosi centrali difensivi Andrew Farrell e Ilay Feingold.

 

CONCLUSIONI

Il New England Revolution rappresenta un modo di fare calcio ancora un po’ troppo legato al passato, complici anche alcune decisioni prese dalla società nel periodo recente. La situazione finanziaria è stabile grazie alla vendita di alcuni giocatori del vivaio e quindi ci si aspetta che vengano presi i giusti rinforzi sul mercato, ascoltando soprattutto l’opinione del mister che verrà. Certo è che una franchigia storica come questa non merita una bassa considerazione a livello mediatico ma soprattutto a livello di prestazioni e risultati: ecco perché c’è bisogno di un nuovo progetto ambizioso e che possa portare risultati sin da subito e in maniera costante nel tempo.

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