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MANCOSU ZIO DELLA MLS

di Riccardo Cerrone

Matteo Mancosu è divenuto in pochi mesi un leader dei Montreal Impact, guadagnandosi l’attenzione dei media soprattutto grazie alle prestazioni nel rush finale della regular season di MLS e nei match dei PlayOff.

MI CHIAMO MATTEO E VENGO DA LONTANO

Un vero globetrotter del calcio, Mancosu ha raggiunto la città canadese a ben 32 anni, dopo aver girovagato per tutta l’Italia tra Serie B e Serie A.
Di proprietà del Cagliari, ha fatto tutta la gavetta dalla Serie D alla Serie B con squadre dell’isola italiana, sino all’esordio nella serie cadetta (2013/2014) con il Trapani: 40 partite e 26 reti gli valgono il trofeo di capocannoniere, e l’attenzione dei media che lo accostano al squadre di media caratura di Serie A ad ogni sessione di mercato.
L’esperienza al Bologna nella stagione 2015/2016 è deludente: Matteo, dopo aver segnato all’esordio all’Olimpico contro la Roma viene relegato in panchina più volte, collezionando solo 9 presenze in tutto il Campionato.

LA MLS DI MANCOSU E DEGLI ITALIANI

Nessuno può dire con certezza se la chiamata sia arrivata veramente o meno, ma Donadel in forza al Montreal Impact deve aver giocato un ruolo importante nella scelta della nuova squadra di Mancosu: nella stagione 2016, a partire da Luglio, Mancosu è entrato a far parte del roaster di Montreal Impact.
Certo che la famiglia Saputo, proprietaria di entrambi i club, ha certamente visto nelle doti di Mancosu la possibilità di rendere al meglio in MLS, pur se ormai trentaquattrenne.

THE CANADIAN DREAM

Un inizo sottotono, offuscato dalla presenza di Didier Drogba, ma una serie di prestazioni importanti, ogni qual volta è stato chiamato in causa, mettendo a segno ben 7 reti, tutte molto pesanti.
Servito da Ignacio Piatti, vecchia conoscenza del calcio italiano, il bomber di Cagliari sembra trovarsi a suo agio tra le maglie difensive della MLS, unendo un misto di tecnica e tenacia che lo sta rendendo un vero e proprio beniamino dei tifosi del Montreal.
L’addio di Drogba spalanca le porte dell’attacco di Montreal a Mancosu, cosciente che a 34 anni dovrà convincere di partita in partita il manager Mauro Biello a puntare sempre su di lui.
Dopo una vita di gavetta e sacrificio, la ribalta di un campionato che, anche a livello mediatico, comincia ad attirare le attenzioni di gran parte del mondo, potrebbe essere il giusto premio per “lo zio” d’America, scusate della MLS, Matteo Mancosu.

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